Esperanto

di Otto Gabos

16,5x24,
Bross.,
144 pag.,
col.   
Euro 18,00

Una realtà solo apparentemente simile alla nostra, in cui le differenze più forti posseggono una nota di familiarità... la capitale di uno stato che non si è ancora ripreso dalla guerra... una guerra che ha dato origine a uno stato, a una città a metà strada tra Calcutta e Manhattan, in cui le persone cercano di fuggire dalle proprie angosce e negano i loro problemi, muovendosi in fretta, senza fermarsi a pensare o riflettere. La religione è diventata solo un lontano ricordo, in questo stato laico in cui il solo principio che assomiglia a una forma di divinità è incarnato dal gioco d'azzardo, dalla lotteria nazionale, in cui i numeri sono estratti nel Palazzo del Gioco. La lingua unificante della  popolazione è l'esperanto e dopo il conflitto la legge ha proibito tutte le forme di aggressività diretta, rimpiazzata e sublimata dai giochi di ruolo.
Isidoro Bemporad, un uomo dall'aria da modesto impiegato, riesce finalmente ad arrivare a una delle più importanti società produttrici di giochi di ruolo, la Ludo Fantasta, e a farsi ricevere dal suo  direttore. Il suo scopo? Proporgli un nuovo gioco che avrà sicuramente un successo strepitoso... un gioco intitolato "La Seconda Guerra Mondiale"!