Artù, la storia che si fa leggenda
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Il popolo rimaneva,
ma le nazioni erano diventate molte, ciascuna con un proprio sistema
di governo. Prima o poi questi stati cominciarono ad entrare in
conflitto fra di loro. Ovviamente le scorrerie aumentarono,
approfittando della precarietà della situazione politica. In alcuni
casi i Sassoni vennero persino accolti come soldati e pagati come
mercenari. Fu proprio una rivolta di Sassoni, che ormai si erano
impadroniti di una discreta parte di territorio, a convincere alcuni
regni britannici a consorziarsi sotto un unico capo, un "Dux
Bellorum". Il suo carisma, unito probabilmente ad una capacità
militare superiore, riuscì a raccogliere un numero sufficiente di
stati/regni che lo riconobbero come capo. Artù era il suo nome, ed
il suo esercito riuscì a sconfiggere più e più volte i vari
attacchi Sassoni, inizialmente nella battaglia del monte Badon (516
d.c.), fino al grande scontro finale della battaglia di Camlam, in
cui Artù cadde sul campo di battaglia, ma inflisse una tale
sconfitta all'esercito sassone da tenerlo lontano dalla Britannia
per almeno una generazione.
Come combatteva l'esercito di Artù? Chi erano i suoi soldati? Si possono faro solo ipotesi, sulla base di dati concreti (bassorilievi, armature ed armi) e meno concreti (leggende).
La tattica di
combattimento dei nemici dei Britanni era quella tipica degli
eserciti di fanteria non organizzati: una unica linea (lo
"shieldwall", il muro di scudi), focalizzata attorno al
leader ed ai suoi "amici", cioè i nobili, che ingaggiava in
combattimento tutto quello che aveva davanti. Inizialmente la
formazione era su una sola falange di alcune file, ma poi la
battaglia si frammentava in una serie di scontri individuali, in cui
i guerrieri più abili, il più delle volte i Sassoni, avevano la
meglio.
Artù introdusse una nuova tattica, o probabilmente la recuperò dalla tradizione romana, di cui forse lui era un erede (un'altra leggenda ci racconta che Artù discendesse da un romano e da una britanna). Prima di tutto reintrodusse l'utilizzo della cavalleria, che assicurava ai Britanni una enorme mobilità sia strategica che tattica, con la possibilità di aggirare facilmente i fianchi dei nemici. La "milizia" forniva un discreto numero di combattenti a livello locale, subito disponibili e decentemente addestrati. I forti romani vennero ristrutturati, e costituivano una barriera difficile da superare per eserciti che non avevano i mezzi né la mentalità per superare una fortificazione, anche di legno (se ben costruita).
La milizia teneva fino all'arrivo di truppe più regolari, fra cui la cavalleria, ed i guerrieri che costituivano il nucleo militare di tutti gi eserciti del periodo. Differenti specialità nell'esercito Romano-Britannico probabilmente comportavano anche un uso più raffinato delle tattiche militari, sicuramente superiore a quello dell'orda barbarica che si trovavano di fronte. La combinazione forti-cavalleria riuscì a bloccare per molti anni le invasioni da nord e da sud.
Cosa successe dopo
la battaglia di Camlan? La Britannia resistette per almeno una
generazione, ma poi riprese frantumarsi sotto le minacce interne ed
i dissidi intestini. I Sassoni rallentarono la loro avanzata, ma
soprattutto si organizzarono in nuclei stanziali, recidendo
progressivamente i rapporti con la loro terra di origine. Un nuovo
atteggiamento verso la popolazione stanziale prese il sopravvento
sulla semplice voglia di conquista e distruzione. Le due etnie si
mescolarono, e ad essi si aggiunse una terza popolazione gli Angli,
che avevano preso terra più a nord. Dopo una o due generazioni
questa nuova etnia, gli Anglo-sassoni, era ormai diffusa in tutta la
Britannia, ed aveva assimilato sia l'elemento celtico che quello
che rimaneva dell'elemento romano. Appena in tempo: un nuovo nemico
comune cui far fronte si stava affacciando da est, da un paese
lontano in mezzo ai ghiacci. Nel giugno del 393 il monastero di
Lindisfarne, sulla costa orientale, era stato attaccato e devastato
dagli uomini che venivano dalle terre dei ghiacci. Erano arrivati i
Vichinghi.