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Gordon era un personaggio estremamente discusso. Un estremista religioso tanto quanto il Mahdi, che aveva dichiarato la sua personale guerra santa alla schiavitù, che per quanto discussa, rimaneva la principale fonte di sostentamento per molte popolazioni arabe di fede musulmana, proprio in Sudan, ed aveva vinto la guerra a suon di impiccagioni e fucilazioni. Aveva poi condotto una campagna vittoriosa in Cina, ma la sua intransigenza totale verso qualsiasi compromesso aveva fatto di Gordon un personaggio tanto scomodo quanto popolare, dal momento che rappresentava agli occhi della pubblica opinione - e della regina Vittoria - il prototipo del colonialista inglese, portatore della civiltà e della luce cristiana.
Di fatto Gordon arrivò a
Khartoum con la missione di organizzare l'evacuazione dei civili,
ma decise invece che l'Inghilterra non poteva rinunciare al Sudan,
e che la popolazione di Khartoum meritava un governo migliore che non
la Sharia del Mahdi. Decise quindi di rimanere e di organizzare le
difese di Khartoum contro l'esercito del Mahdi che si stava
avvicinando. Gordon era convinto che l'Inghilterra non lo avrebbe
abbandonato e che il governo inglese, che aveva deciso di sganciarsi
dal Sudan, sarebbe stato invece costretto a mandare le truppe per
difenderlo. Gordon non poteva esser abbandonato al suo destino. Gladstone tergiversò, ma alla fine fu costretto ad intervenire. Ne
venne fuori un pasticcio. Venne organizzato un esercito di terra,
perché il Nilo era in mano ai dervisci del Mahdi, che intanto
avevano iniziato l'assedio della città. Purtroppo il tempo perso
nella speranza che Gordon cambiasse idea costò caro. La colonna del
deserto e le cannoniere arrivarono in ritardo di due giorni, Khartoum
cadde, ed il Sudan rimase in mano ai dervisci fino al 1898.